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"La cena di Vermeer" racconta l'incredibile scommessa con l'arte e con la vita di Han van Meegeren, "il falsario che truffò i nazisti". Obbligato a diventare falsario per sopravvivere, Han sceglie Vermeer: all'inizio vuole solo vendicarsi dei critici che lo hanno messo al bando, impedendogli di dipingere. Ma va oltre e non riesce più a fermarsi. Lui non "falsifica" Vermeer, lui diventa Vermeer. Crea dei nuovi originali, riconosciuti e venerati nei musei come opera del grande maestro di Delft. E quando accetterà di parlare per salvarsi la vita, non sarà creduto e dovrà combattere per farsi giudicare colpevole. "La cena di Vermeer" affronta un tema nodale di tutti i tempi, e particolarmente del nostro: il rapporto tra verità e apparenza. Come in un borgesiano gioco di specchi, si confrontano e si contaminano apparenti verità e vere apparenze, in una sorta di giallo in cui di continuo i ruoli del detective e dell'assassino si invertono, ma alla fine è legittimo sospettare che siano entrambi una sola entità: la vita.